Consorzio Intercomunale Valmastallone Valsesia

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LA STORIA

La Valle Mastallone, che si apre a partire dall’ardito e pittoresco Ponte della Gula, racchiude oggi i Comuni di Cravagliana, Sabbia, Fobello, Cervatto e Rimella, che formano come un grande anello tra loro, uniti dai molti sentieri, antiche vie di transito da e per la vallata.

Secondo una certa interpretazione in questi territori sarebbe da rintracciare la “Villa Aureliaco”, citata in un documento del 4 marzo 945, che scrive anche della ricchezza dei pascoli, dei prati e soprattutto delle acque, ancora oggi elemento fortemente presente e caratterizzante tutta la vallata. Un altro primato storico spetta poi a questo territorio, che infatti è già citato in due antichi documenti, uno del 1011 e l’altro del 1033.

Oltre a ciò da subito è bene sapere che, alla cima della valle, Rimella è attestata da un documento del 1255, come la più antica delle colonie Walser dell’intera Valsesia. In quell’anno, infatti, tre vallesani, Giovanni di Pietro de Terminion, Anselmo de Monte e Guglielmo de Balma acquisiscono in affitto gli alpeggi rimellesi dai Canonici di San Giulio d’Orta, dando così origine allo stanziamento germanofono in queste terre.

La valle in cui iniziamo ad inoltrarci, oltre alle peculiarità storiche e alle presenze artistiche che incontreremo, è una vera e propria miniera ambientale, adatta a chiunque voglia trascorrere in tranquillità momenti di escursione o di semplice immersione nella natura. I vari comuni, possiedono una ricca rete di sentieri, in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi tipo di visitatore, e si presenta così suddivisa in chilometri: Cravagliana 60, Sabbia 20, Fobello 80, Cervatto 35 e Rimella 54.

Altra peculiarità sono gli insediamenti boschivi, anche’essi ricchissimi e rispondenti a 9.899 ettari, circa il 15% del totale valsesiano. Le categorie principali, com’è facile immaginare, nella parte più bassa sono le faggete, fin dall’antichità usate come cedui per la legna da ardere, nelle quali a volte si possono ancora riscontrare le vecchie aie carbonili, e i boschi rupicoli, di più ardua accessibilità soprattutto a causa delle condizioni morfologiche del territorio.

Nella parte più alta invece, in particolare cioè a Rimella, Fobello e Cervatto prevalgono le specie abetine, mentre la percentuale del terreno boschivo si riduce per lasciare posto alle aree di pascolo e di alpeggio, ancora oggi frequentate, che caratterizzano le zone tutte attorno.

Nel percorrere questa Valle sempre incontreremo acqua, pietra e legno, perenni materiali a disposizione dell’uomo, che nel loro uso sapiente li custodisce e con i quali ha da sempre vissuto. Il chiarore delle acque e gli scorci del cielo, i toni forti delle superfici boschive e il verde dei pascoli e dei prati ci guideranno alla scoperta di questa parte inaspettata di Valsesia.





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